Nel 1947, a Voltana, un fabbro e un tornitore…
wed_baro2023-07-19T12:17:54+02:00CENTOMILA
I fatti e le idee del comprensorio
Anno III - N° 8 - Settembre 1997
Nel 1947, a Voltana, un fabbro e un tornitore…
Storia della Baroncini, da azienda artigiana a esportatrice di impianti per la macellazione
La parola globalizzazione viene usata sempre più spesso come se fosse un termine magico, destinato a stupire chi ascolta e chi legge. E invece la globalizzazione è dietro casa nostra, e basterebbe un pò di attenzione per capire quanto sono cambiate le nostre aziende e pe rimmaginare come cambierà, nel prossimo futuro, anche la nostra vita. Per motivi del tutto casuali, la nostra prima proposta editoriale è costituita dalla Baroncini un’azienda di Voltana che occupa una trentina di dipendenti e che opera nel campo degli impianti per la macellazione. Abbiamo avuto una lunga conversazione con i due titolari, Serafino Baroncini e Gabriele Utignani e siamo convinti che quel che ci hanno detto sia di grande interesse, anche per un lettore un pò distratto.
Cominciamo con la storia dell’azienda. Nel 1947 Edmondo Baroncini e Giuseppe Utignani (un fabbro ed un tornitore) aprono una bottega artigiana e sono sollecitati dall’esterno ad occuparsi della macellazione. Poi – come ci hanno detto ripetutamente nel corso della chiaccherata i due titolari – un liente tira l’altro, dai piccoli si è passati ai grandi committenti, ma sempre con la tecnica del passa parola e, ora di Internet. La sola pubblicità che fanno è quella presente nelle riviste specializzate.
E a proposito di specializzazione, subito si pone il problema di quali carni trattare e viene fatta la scelta di occuparsi della macellazione dei bovini, dei suini e degli ovini (oggi con uno sguardo agli incentivi per la macellazione degli struzzi).
Un momento importante per l’azienda è stato – in campo nazionale – quello legato al Piano carni, che prevedeva l’adeguamento alle norme comunitarie dei grandi impianti pubblici e privati. In questa fase il mercato italiano è relativamente saturo, anche se la Baroncini sta ancora lavorando nel sud del paese.
Poi è arrivata, nel 1995, la necessità di andare all’estero, a partire dalla ex Jugoslavia. Era però indispensabile un ulteriore scatto dell’azienda, perché nei paesi dell’Est bisogna portare davvero tutto, dalla progettazione ai finanziamenti dell’opera.
L’impianto per quei paesi va, dunque, pensato, realizzato, e, in collaborazione con altri soggetti, la Baroncini si occupa anche del reparto frigorifero. E come va nel mondo questa azienda? Attraverso i cavi dell’informatica, che hanno subito utilizzato e che continuano ad utilizzare per proporre l’azienda e acquisire nuovi clienti. E anche in questo ambito qualche cosa è cambiato: i grossi finanziamenti oggi provengono da strategie nazionali ed europee ed e lì che la Baroncini opera per tenersi in contatto con la potenziale clientela.
Lavorare sull’estero significa anche collaborare con le società di trading e con gli studi commerciali e, come vedremo, sminge l’azienda a cercare dipendenti un pò peculiari.
Per completare il quadro delle prospettive aziendali, diciamo che sono a buon punto i contatti con la Cina, che sono in corso iniziative in Argentina e nel Sudamerica e che qualche contatto è operante per il Sudafrica.
A titolo di curiosità ricordiamo che l’azienda sta costruendo un grande impianto a La Mecca e che lì verranno inviati due tecnici egiziani che da tempo lavorano con la società: nel raggio di 50 chilometri dalla città sacra dell’Islam gli infedeli non possono fare questi tipo di lavori. Una fabbrica di questo tipo ha bisogno di un dipendente capace di destreggiarsi in diverse situazioni. Oltre a conoscere le lingue, deve saper tenere un rapporto col cliente, avere una base di informatica e una certa familiarità con il disegno.
Ed è auspicabile che sia capace di sbrogliarsela anche in situazioni un pò critiche (non dimentichiamoci che in diversi casi bisogna lavorare all’estero per periodi continuativi).
Un dipendente, quindi, con una scolarizzazione fino ai 18 anni e che non pensi soltanto a sedersi dietro una scrivania (e ci fanno sapere che questo pregiudizio è piuttosto diffuso).
Che cosa manca a Lugo, per le attività imprenditoriali?
Un luogo dove i dirigenti possono incontrarsi e confrontare le proprie esperienze: può capitare di sapere molto del Sudamerica e di ignorare che, a trecento metri dal tuo capannone, c’é un’azienda con la quale si possono avere rapporti commerciali. E quindi, ci hanno detto, perché non costruire, con l’informatica, una specie di fiera annuale per discutere dei nostri problemi? C’é si Romandiola, ma è ancora fragile nella struttura e dopo una telefonata ricevuta qualche mese fa nessuno si è più fatto vivo.
Crediamo di aver riportato tutto quello che ci è stato detto e concludiamo questa panoramica con una informazione importante: la Baroncini è la più grossa azienda italiana del settore.